
L’Agenzia delle Entrate risponde? Sì ma… a pagamento!
L’Agenzia delle Entrate risponde? Sì ma… a pagamento!
Una bella riforma allo statuto del contribuente, un utilizzo migliore (da parte del contribuente) delle FAQ e, se proprio insiste, allora che il contribuente paghi per avere la risposta! Mi sembra che sia impostato tutto correttamente, non sembra anche a te, caro contribuente?
È in arrivo una nuova tassa, quella sugli interpelli. Chi ha dubbi fiscali dovrà versare un contributo per rendere ammissibile la richiesta di chiarimenti all’Agenzia delle Entrate, sia pur proporzionato all’entità della questione e del proponente (?).
Ai richiedenti sarà chiesto un “versamento di un contributo da graduare in relazione a diversi fattori, quali la tipologia di contribuente o il valore della questione oggetto dell’istanza, finalizzato al finanziamento della specializzazione e della formazione professionale continua del personale delle agenzie fiscali”. Ma come sono comprensivi e buoni, la tassa con la scala mobile.
Perchè questa richiesta di pagamento per interpello? Ma ovviamente perchè ci sono troppe richieste, almeno così dicono. Sarà così? Ma se anche fosse? Non mi verrai a dire che sono in pochi? Oppure che non possono assumere? Non ci sono più sgravi per assunzioni?
Però devi anche stare attento al periodo in cui lo presenti, perchè durante il mese di agosto non avrai risposte. Quindi il termine di risposta di 90 o 120, a seconda del tipo di interpello, si allungherà di 30 giorni. Questo ha un notevole impatto se si pensa che l’art. 11, al comma 3, dello Statuto del contribuente recita “…Quando la risposta non è comunicata al contribuente entro il termine previsto, il silenzio equivale a condivisione, da parte dell’amministrazione, della soluzione prospettata dal contribuente…” Il famoso silenzio assenso. In questo modo cercano di spingere verso le FAQ (che saranno gestite “anche” dall’intelligenza artificiale).
Ovviamente dovrà essere modificato lo Statuto del contribuente. Non ti sembra che un passo alla volta stiano togliendo, limitando sempre più quelli che erano diritti (sia pur limitati) riconosciuti e legittimi?
Infatti, all’art. 4 della bozza di legge delega di riforma fiscale figura tra i criteri direttivi di revisione dello Statuto del contribuente (Legge 212/2000) la razionalizzazione della disciplina degli interpelli.
Piuttosto, prima di chiedere a me (dice l’Agenzia delle Entrate) vai a cercare sulle FAQ se una risposta analoga fosse già stata fornita. Cosa stanno dicendo? Che le FAQ avranno la valenza interpretativa delle risposte ad interpello che, pur non essendo fonti di diritto al pari della legge, rendono “…Gli atti, anche a contenuto impositivo o sanzionatorio difformi dalla risposta, espressa o tacita, sono nulli…” (si veda quanto ad oggi recita ancora l’art. 11, al comma 3, dello Statuto del contribuente). Non male direi. Un pochino alla volte stiamo perdendo (più correttamente: ci stanno togliendo) ciò che avevamo…
Giuliano Vendrame
Si Systems Trieste
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