Saldo e stralcio + Rottamazione ter: riproviamo
Saldo e stralcio + Rottamazione ter: riproviamo
Rottamazione ter e saldo e stralcio, verso la rimessione in termini per i decaduti. Nel caso venisse deliberata la rimessione in termini (come accaduto in precedenza con il decreto Ristori) si potranno riaprire i termini per adempiere a coloro i quali avevano piani di dilazione in seguito all’adesione di rottamazione ter e saldo e stralcio.
La finestra si era chiusa al 31 dicembre 2021 ed il Ministero dell’economia si era fermamente opposto di riaprire un qualunque corridoio di adempimento. Mi sembra strano che proprio quel ministero non avesse compreso il problema del mancato pagamento delle rate in scadenza, eppure non era difficile. Il problema è che i contribuenti non avendo liquidità al 31 dicembre hanno semplicemente rinunciato a pagare.
Quindi il Ministero si è trovato con un ammanco di entrate previste da quei versamenti di circa 2.700.000.000 euro. Questo dato è stato calcolato dal ministero dell’economia in risposta a una interrogazione presentata in commissione finanze del senato da Emiliano Fenu (M5S). Anche qui mi chiedo come mai il Ministero sia stato sollecitato e non abbia provato ad immaginare che della gente senza soldi non può pagare e di conseguenza chiedersi: ma quanti euro mi mancheranno? Infatti si sono accorti che solo il 53% era in regola con i pagamenti.
Nella riformulazione che si attende al decreto sostegni 3 si sta cercando di trovare una strada che renda l’emendamento non oneroso per le casse dello stato e dia maggior tempo alle imprese e ai soggetti interessati per essere ripescati dalla situazione di decaduti delle rate.
Ecco cosa prevede l’emendamento alla DL Sostegni 3, che dovrebbe essere convertito in legge entro il 28 marzo:
- entro il 30.04.2022 dovranno essere pagate le rate in scadenza nel 2020,
- entro il 31.07.2022 dovranno essere pagate le rate in scadenza nel 2021,
- entro il 30.11.2022 dovranno essere pagate le rate in scadenza nel 2022,
- blocco di ogni azione esecutiva sino alla futura scadenza, se non ottemperata,
- concessione del “lieve ritardo”, i 5 giorni di differimento dalla scadenza iniziale.
Domanda: ma se il contribuente – già PRIMA – non aveva la liquidità per rispettare il pagamento entro lo scorso 14 dicembre, siamo sicuri che ORA avrà tale disponibilità? Per capirci, lo Stato chiede di pagare 3 anni di condono entro 7 mesi.
Dal punto di vista tecnico la remissione in termini per coloro che sono decaduti vorrebbe avere molteplici effetti, tra cui oltre ad aver rimesso “in bonis” i decaduti, sia la diluizione di scadenze in date diverse senza sovrapposizioni (anche se non credo avrà un grande effetto benefico) e sia la sospensione delle attività di recupero forzoso che si devono considerare estinte sino alla successiva scadenza.
Giuliano Vendrame
Si Systems Trieste
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Tags: agenzia delle entrate riscossione, rottamazione ter, saldo e stralcio