Variazioni decreto legge fiscale
Variazioni in arrivo sul decreto legge fiscale (Dl 119/18)
In arrivo la sanatoria delle irregolarità formali e verso una valutazione dell’inserimento nelle misure di pace fiscale degli omessi versamenti contestate o meno attraverso agli avvisi bonari. Sono queste alcune delle novità in arrivo spiegate dal sottosegretario al ministero dell’economia Massimo Bitonci che segue i lavori di conversione in legge delle misure all’esame del Senato. «La misura è stata già utilizzata qualche anno fa e prevedeva la sanatoria per una serie di sanzioni per irregolarità formali. Non verso un soggetto che ha evaso» specifica Bitonci in una intervista ad ItaliaOggi, «siamo al lavoro per presentare un emendamento, noi come governo o anche il relatore un nuovo articolo che preveda probabilmente lo stralcio delle sanzioni in quanto è un problema meramente formale». Bitonci ha spiegato la misura anche ai senatori cinque stelle incassando il parere favorevole.
Il cantiere sulle variazioni al decreto fiscale è aperto. In questi giorni si stanno svolgendo le audizioni. Ieri il consiglio nazionale dei dottori commercialisti ha presentato una serie di proposte migliorative del testo. «Ringrazio tutti coloro che ci hanno fornito materiali su cui riflettere e ragionare del mondo dei tributaristi, il consiglio nazionale dei dottori commercialisti, il direttore dell’Agenzia delle entrate» elenca Bitonci, «cercheremo di fare nostre le indicazioni che ci stanno arrivando, e siamo soddisfatti che dalle audizioni stia emergendo l’idea che non si tratta di un condono ma di una serie di misure legate alla soluzione delle controversie con il fisco», osserva Bitonci. Il sottosegretario ha posto infatti come obiettivo quello di modifiche che semplifichino «gli adempimenti formali e al tempo stesso vadano incontro ai contribuenti onesti che magari per una mancata firma sono costretti a pagare multe salate.
Nessun aiuto a chi evade, ma una mano tesa a chi, onestamente, si è imbattuto, sbagliando in buona fede, nel dedalo assurdo delle dichiarazioni dei redditi». E sul punto i dottori commercialisti evidenziano nella loro audizione che: «Per ragioni di equità e di coerenza dell’impianto generale delle disposizioni in materia di pacificazione fi – scale, si suggerisce di prevedere la possibilità di definire in modo agevolato anche le violazioni relative agli omessi versamenti delle imposte dichiarate, siano esse state già contestate o non a mezzo dei cosiddetti avvisi bonari». Sul punto Bitonci ha risposto che: «valuteremo le indicazioni che ci arrivano dai dottori commercialisti, il tema degli avvisi bonari è un tema che sarà oggetto di emendamenti al testo del decreto». Ieri in commissione finanze del Senato è intervenuto anche il direttore dell’Agenzia delle entrate, Antonino Maggiore. Per Maggiore lo stralcio delle cartelle fi no a 1.000 euro è da riferirsi alla singola partita che l’ente impositore ha inviato all’Agenzia della riscossione (ex Equitalia).
Quindi potrebbero esserci cartelle anche di importo superiore ai 1.000 euro che vedrebbero lo stralcio di singole voci di debito al di sotto di questa cifra. Il criterio utilizzato per il calcolo è quello della circolare 2/2017. Sulla rottamazione ter il direttore dell’Agenzia delle entrate ha garantito che entro il 13 novembre 2018 l’Agenzia delle entrate-Riscossione renderà disponibile, presso i propri sportelli e sul sito internet istituzionale la modulistica necessaria per la presentazione della dichiarazione» per aderire alla rottamazione ter, «il cui termine di scadenza è fissato per il 30 aprile 2019». La norma sulla dichiarazione integrativa speciale però «è molto appetibile per chi ha intenzione di fare un ravvedimento operoso perché è più conveniente» in quanto «comporta dei pagamenti molto ridotti rispetto all’ordinario». «È difficile fare una stima» sul gettito «rispetto ad una “voluntary disclosure” per la quale avremmo avuto i mezzi per farla. È veramente arduo».
Sulla previsione del gettito legato all’integrativa speciale lo stesso sottosegretario Bitonci e cauto per non dire scaramantico: «Le norme legate all’emersione vengono sempre sottostimate, abbiamo indicato un euro, una stima estremamente prudenziale proprio perché si riferiscono a entrate una tantum che non vanno imputato per spesa corrente». Tornando, infine al testo depositato in commissione dell’audizione del direttore dell’Agenzia delle entrate, si evince che, per quanto riguarda la dichiarazione integrativa speciale, il tetto dei 100 mila euro, per la stessa Agenzia delle entrate, è da riferire all’imponibile complessivo.
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