Gli algoritmi del fisco come i tamponi pandemici, per ora ci sono un sacco di falsi positivi!
Gli algoritmi del fisco come i tamponi pandemici, per ora ci sono un sacco di falsi positivi!
Troppi falsi positivi negli algoritmi del fisco. Risultano ancora troppo elevate le percentuali di atti di accertamento, esiti delle liquidazioni automatizzate delle imposte, comunicazioni di irregolarità e, più in generale, degli inviti all’adempimento spontaneo inviati ogni anno dall’Agenzia delle entrate ai contribuenti italiani che risultano errati. Molti di questi vengono corretti o annullati in autotutela, su iniziativa del contribuente, dalla stessa amministrazione finanziaria. Altri invece continuano il loro percorso amministrativo andando spesso ad alimentare il contenzioso o il magazzino della riscossione. Perdite di tempo per l’Agenzia e per il contribuente e perdita di denaro solo per il contribuente.
Ma gli errori commessi dagli algoritmi del fisco sono anche di diverso tipo e natura. Anche quando l’atto inviato risulta formalmente corretto, spesso è indirizzato su posizioni di modesta entità e/o di scarsa se non addirittura assente, recuperabilità.
Il forte impulso all’invio degli atti di compliance ai contribuenti, necessario per centrare gli obiettivi del Pnrr, e l’avvento dell’intelligenza artificiale nelle attività automatizzate di analisi e selezione del rischio di evasione, lasciano intravedere scenari alquanto pericolosi se non accompagnate da una reale attività di affinamento e riduzione dei falsi positivi e di efficientamento, anche in ottica quantitativa, dei recuperi.
Il numero e le percentuali di comunicazioni e atti errati è evidenziato, in più punti, nella recente relazione annuale della Corte dei conti sul rendiconto dello Stato aggiornata all’anno 2022.
Un esempio? Le comunicazioni di irregolarità predisposte a seguito delle procedure di liquidazione automatizzata delle imposte, emergenti dalle dichiarazioni dei redditi e dell’Iva presentate ogni anno dai contribuenti. Nel corso del 2022 si è raggiunto il record di comunicazioni di questo tipo con l’invio di ben 7.276.790 esiti delle liquidazioni automatizzate. La crescita degli invii di questo tipo è bene evidenziata dalla Corte dei conti che precisa come si sia passati, da quasi 4,4 milioni nel 2020 a 6,9 milioni nel 2021 e a 7,3 milioni nel 2022.
Alla crescita delle comunicazioni non è corrisposta invece una diminuzione o una costanza nel numero degli errori commessi dalle procedure automatizzate utilizzate dall’Agenzia delle entrate. Anzi. Proprio nel 2022 si è registrata un’impennata dei falsi positivi con quasi 450 mila comunicazioni annullate in autotutela, corrispondenti ad una percentuale di oltre il 6 per cento del totale.
Quest’ultimo dato, peraltro, è sicuramente destinato a crescere per effetto degli annullamenti di comunicazioni inviate nel 2022 poi annullate nei primi mesi o nel corso del corrente anno.
Spostandoci dalle comunicazioni di irregolarità agli atti di accertamento veri e propri, lo scenario non cambia di molto.
Su un totale complessivo di 367.175 controlli ai fini dell’iva e delle imposte sui redditi eseguiti nell’anno 2022, si legge nella relazione, quelli che hanno dato luogo ad un recupero (seppur solo potenziale) di maggiore imposta ricompreso tra 0 e 516 euro sono stati 86.419, pari al 23,53 per cento del totale (nel 2021, con un numero complessivo di controlli eseguiti pari a 131.517, la percentuale di controlli rientranti nella suddetta fascia di recupero potenziale era stata invece del 14,59 per cento).
Al tempo stesso ben 124.531 controlli, pari al 33,9 per cento del totale, hanno comportato un recupero potenziale ricompreso tra 516 e 2.066 euro.
Oltre a tali dati occorre tenere anche conto del fatto che l’11,9 per cento dei controlli eseguiti ha dato esito negativo o è stato annullato in autotutela, segno evidente di errori commessi dall’amministrazione finanziaria nella fase di selezione e predisposizione degli atti di accertamento.
Sul punto la magistratura contabile ribadisce, per l’ennesima volta, l’esigenza di un’approfondita riflessione sulle cause del fenomeno al fine di coniugare, per quanto possibile, l’uso efficiente delle potenzialità accertative, anche su posizioni marginali e di modesta o nulla proficuità, con gli obiettivi di deterrenza e prevenzione.
Dalle considerazioni e dai dati sopra evidenziati appare dunque evidente che, se uso degli algoritmi e dell’intelligenza artificiale dovrà essere, anche per adempiere agli obblighi che abbiamo assunto in ottica Pnrr, necessario affinare tali strumenti per ridurre al minimo i falsi positivi e la concentrazione della potenza del fuoco fiscale su posizioni marginali o con scarsa possibilità di recupero.
Se questo affinamento non sarà implementato a dovere, e i dati del 2022 evidenziano proprio questo, avremo una situazione nella quale alla crescita esponenziale delle comunicazioni e degli atti inviati dal fisco ai contribuenti non corrisponderà una riduzione, nei limiti della tolleranza, dei falsi positivi o degli invii per importi marginali se non addirittura inferiori al costo sostenuto per produrli.
Giuliano Vendrame
18/07/2023
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Tags: accertamenti, agenzia delle entrate, algoritmi, fisco