Imposte sulla prima casa e altro ancora
Imposte sulla prima casa e altro ancora
Assonime (Associazione tra le società per azioni) propone di reintrodurre le imposte sulla prima casa, destinandole al finanziamento dei servizi locali. Lo affermano il presidente Innocenzo Cipolletta insieme al Direttore Generale Stefano Micossi durante un’audizione alla Camera sulla riforma dell’Irpef e altri aspetti del sistema tributario. Affermano che c’è la “necessita’ di una riforma del sistema fiscale capace di perseguire obiettivi di equità nella tassazione, di trasparenza del rapporto tributario, di semplificazione del sistema impositivo; una riforma in grado di fornire un sostegno alla crescita economica, diminuendo la pressione impositiva sulle famiglie e sulle imprese e sostenendo gli investimenti produttivi e l’offerta di lavoro”.
“Questi obiettivi non possono essere realizzati senza una rimodulazione dei carichi impositivi che alleggerisca il carico fiscale sui redditi da lavoro e da impresa e colpisca in misura maggiore i patrimoni e i consumi”.
Assonime sostiene inoltre l’esigenza di aumentare le aliquote ridotte dell’Iva, che hanno condotto a una riduzione della base imponibile molto estensiva anche nel confronto internazionale e potrebbe essere realizzata eliminando l’aliquota del 4%, consentita solo come deroga alla vigente disciplina europea, e aumentando l’aliquota intermedia al 12%. Le aliquote diventerebbero quindi diventae tre: il 5%, il 12% e il 22%. Per determinare i beni e i servizi da assoggettare ad ogni aliquota sarebbe opportuno, in un’ottica di semplificazione e modernizzazione del sistema, effettuare una revisione dell’elenco vigente delle operazioni assoggettabili ad aliquote ridotte, risalente agli anni ’80 e non piu’ attuale. In particolare, beni e servizi simili dovrebbero condividere la medesima aliquota, e dovrebbero godere dell’aliquota agevolata i beni e i servizi inerenti alla salute e all’ambiente.
Per quanto riguarda gli aspetti legati all’Irpef, Assonime ritiene che sia possibile risolvere il problema delle aliquote marginali effettive e mantenere una curva di progressivita’ unica per tutti, “rimodulando in modo piu’ adeguato gli scaglioni, introducendo uno scaglione intermedio di redditi tra quelli interessati dalle aliquote del 27% e del 38% e mantenendo costanti, anziche’ decrescenti, le detrazioni per tipologia di reddito”. “Le principali critiche si appuntano sull’andamento delle attuali aliquote previste per i cinque scaglioni di reddito: in particolare, sul “salto” di ben 11 punti percentuali esistente tra il secondo scaglione di reddito (tra i 15.000 euro e i 28.000 euro) per il quale e’ prevista l’aliquota del 27% e il terzo scaglione (per i redditi oltre i 28.000 euro e fino a 55.000 euro) per il quale e’ prevista l’aliquota del 38%, nonche’ sull’andamento decrescente delle detrazioni per carichi di famiglia e spese di produzione per i redditi da lavoro dipendente, lavoro autonomo e di impresa”.
Secondo Assonime, l’insieme di queste variabili da’ luogo ad aliquote marginali effettive molto differenti da quelle legali; differenti anche fra categorie di contribuenti e che incidono in modo notevole sui redditi medio-bassi (dai 35.000 ai 40.000 euro) con un andamento crescente oltre il 60%, per poi ridursi sui livelli superiori di reddito al 41%.
Giuliano Vendrame
Si Systems Trieste
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Tags: imposte, prima casa