L’Unione Europea non vuole salvare l’Italia!
MES, Recovery Fund… L’Unione Europea non vuole salvare l’Italia!
Non lo dico solo io, se ne sono accorti un po’ tutti. Lo dice in Italia la Lega e Fratelli di Italia (centro-destra), lo sostengono Calenda (uomo di sinistra) e Perotti (economista alla Bocconi), la Germania stessa (Faz, quotidiano di Francoforte), Wolfgang Munchau (sul Financial Times) e l’economista Mody, docente a Princeton (Usa), che intitola un suo podcast così: “L’Ue non vuole salvare l’Italia”. Come fare a dare voce a chi chiede agli italiani di svegliarsi? Perchè non ci accorgiamo che le sirene di Ulisse (alias Giuseppe Conte & Co.) ci stanno facendo naufragare con danni incalcolabili e forse irreparabili? Possibile che noi italiani arriviamo sempre in ritardo, pur essendoci qualcuno che grida di fare presto? Persino Draghi aveva detta di fare presto, soldi subito prima che sia troppo tardi. Già…
Mi ricordo di aver studiato nei libri di storia quanto successe nella primavera del 1941. La flotta italiana partì da Napoli per dirigersi verso la Grecia. Il comandante della flotta inglese nel Mediterraneo (Ammiraglio Cunningham), non molto preoccupato della faccenda, ordinò alle navi mercantili e militari inglesi di evitare di trovarsi nel mezzo dello scontro (diurno). Egli era consapevole della nostra abilità e del fatto che le nostre navi erano nuove, veloci e meglio armate ma era forte dell’esperienza nel conflitto notturno, del vantaggio di avere il radar e della copertura aerea. Decise quindi di andarsene a giocare a golf e scommise 10 sterline sulla vittoria inglese. A Capo Matapan, di notte, la flotta italiana fu completamente distrutta. Fino alla mattina, le unità britanniche incrociarono nella zona per portare soccorso ai naufraghi italiani, riuscendo a recuperarne circa 900. L’ammiraglio Cunningham inviò un messaggio radio in chiaro al capo di stato maggiore italiano Riccardi, con le coordinate dei naufraghi ancora in mare, invitandolo a mandare sul posto una nave ospedale; Riccardi ringraziò per il gesto cavalleresco e lo informò di aver inviato in zona la lentissima nave ospedale Gradisca che quando arrivò (tardi) sul luogo trovò soltanto cadaveri.
Oggi abbiamo lo stesso problema, pur avendoci indicato la strada (vedi ad esempio Draghi [ma non solo]: tanti soldi e subito per salvare l’economia) siamo in ritardo. Non ci possiamo permettere di perdere sempre (sport, guerra o economia) la velocità molte, troppe volte è fondamentale.
Giuliano Vendrame
PER CONTATTI compilate l’apposito FORM o tel. 370 367 3498
Tags: covid-19, MES, recovery fund