Il COVID cambia molte cose, anche i nomi dei parlamentari voltagabbana
Il COVID cambia molte cose, anche i nomi dei parlamentari voltagabbana
Una volta venivano definiti venduti o traditori. Oggi si chiamano costruttori. Le (pessime) accezioni ora assumono aspetti positivi. Una volta si parlava di “mercato della vacche” e si gridava allo scandalo, oggi invece si dice “allargamento della maggioranza” (espressione neutra e priva di riferimenti al passato) e si elogiano questi comportamenti definendoli virtuosi e responsabili. Quello che era un “attaccamento alla poltrona” ora viene definito “senso di responsabilità per il bene del Paese”.
Come è possibile che accada tutto questo? L’imprimatur viene dall’alto ed il Governo ha fatto propria l’espressione del Presidente della repubblica. Non sono molto convinto che, nel discorso di fine anno, Mattarella avesse in mente la legalizzazione che sta avvenendo. E poi non sono così lontani i tempi in cui questi passaggi erano orditi in silenzio e si cercava di non far rendere evidente ciò stava per accadere. Ora invece si ripete lo stesso comportamento, e non lo si nasconde anzi, si rende pubblico l’invito e tutto accadrà, dando purtroppo liceità ad un atteggiamento che era definito (perchè lo è) oltraggioso e riprovevole.
Quanti eufemismi, eccone altri: “un allargamento della maggioranza ai volonterosi per stabilizzare l’esecutivo”. Ma questa è solo una delle tante espressioni che stanno accompagnando la crisi di governo creata da Matteo Renzi con le dimissioni delle ministre Bellanova e Bonetti. Il linguaggio della crisi, rispetto al passato, ha però subìto un netto mutamento anche grazie alla maggioranza. Si prenda il caso dei costruttori e dei volonterosi, cioè quei parlamentari pronti a entrare nella maggioranza per evitare che il governo se ne vada a casa.
Sono dei costruttori, perché sono interessati a ricostruire il Paese che è stato martoriato dalla pandemia e sono dei volonterosi, dunque uomini e donne di buona volontà pronti a mettersi al servizio dell’Italia in un momento di grave difficoltà. In questa narrazione non trovano spazio termini dispregiativi, ormai spariti dalle cronache quasi fossero un ricordo di un passato non troppo remoto. In questo contesto dal lessico stravolto si andrà ad inserire, credo quasi per certo, una manovra di allargamento della maggioranza (ma di quale maggiornza poi?) che finirà in un rimpasto, l’ennesimo. Questa volta però, sarà definito come rafforzamento della squadra di governo. Il termine rimpasto, del resto, evocherebbe pratiche spartitorie e quindi non lo si può utilizzare. È senz’altro più indicato parlare di rafforzamento della squadra, trasmettendo un messaggio costruttivo e positivo.
Le poltrone, a cui erano attaccati i “vecchi” politici, sono diventati gli incarichi per i ”nuovi(?)” politici. Nonostante questa narrazione ci sono le opposizioni che stanno recuperando il linguaggio che si cerca di stravolgere. Siamo andati avanti con il calendario, gli anni sono trascorsi, ma in quelle sedi sembra che il tempo non sia mai passato. Ma in tutte queste schermaglie dialettiche tra politici, qualcuno – lì dentro – si è chiesto se un vero costruttore farebbe tutto questo? A chi giova tutto ciò? Al Paese? C’è qualcuno che ha ancora un briciolo di coscienza per chiederselo?
Giuliano Vendrame
Si Systems Trieste
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Tags: covid, Governo italiano