Storie di COVID, Ristori 5 e litigi nella maggioranza
Storie di COVID, Ristori 5 e litigi nella maggioranza
Rimborsi, o ristori, sono programmati e progettati ma è tutto fermo. Perchè? I continui litigi per le poltrone hanno bloccato tutto. Ma cosa hanno a cuore al governo ed in Parlamento, ci si potrebbe chiedere. Gli attriti, i litigi, i proclami hanno come prima conseguenza il blocco dei lavori su una delle misure più attese per inizio 2021, il decreto legge Ristori 5.
Il ministro dell’economia Gualtieri lo chiama final. Ma perchè chiamarlo “finale”? Perchè dopo non ce ne saranno più? Oppure perchè dopo non ci sarà più l’emergenza Covid? Oppure perchè dopo non ci saranno più molte attività ancora in vita a cui destinarli?
Quest’ultimo decreto Ristori, nel corso delle ultime settimane, ha inglobato una serie di diversi interventi (dalle misure sulla crisi di impresa agli indennizzi strutturali per le partite Iva e i professionisti a una nuova e articolata rottamazione quater con saldo e stralcio). Però ora si è fermato tutto, perché il decreto Ristori 5 per nascere deve essere costruito su un deciso e considerevole scostamento da 20 miliardi. Ma in questo momento, ed in queste condizioni, il governo non ha proprio il desiderio e il coraggio di andare a chiedere in Parlamento detto scostamento. Il governo ha altri problemi da risolvere. Altri problemi? Sono così decisamente più impellenti della vita commerciale – e non solo – delle attività e delle famiglie di imprenditori e dipendenti che stanno soffrendo e che non sanno cosa accadrà nel prossimo ed immediato futuro?
Sono bloccati anche i ristori di fine anno, quelli inseriti precipitosamente ma con grandi proclami (come sempre del resto) nel cosiddetto decreto Natale, dl 172/20, approvato per individuare le zone rosse nei giorni di festa a dicembre, e che in questi giorni è all’esame dell’aula della Camera. Nel decreto Natale, oltre alle misure di contenimento sui movimenti, sono stati inseriti gli interventi di ristoro per le attività che hanno visto stravolti i piani economici delle aperture di Natale, prima promesse e poi disattese.
Nel provvedimento infatti sono stati stanziati 645 milioni di euro, di cui 455 milioni già nel 2020, per una nuova tranche di contributi a fondo perduto automatici. Questo contributo, come si può leggere nella nota preparata dal ministero dell’economia, è pari al 100% di quanto ricevuto con il decreto Rilancio, ed è destinato a diverse attività, fra le quali quelle di ristorazione, bar, mense, catering per eventi, gelaterie e pasticcerie.
Il Ministero dell’economia afferma che, per renderne quanto più possibile veloce l’erogazione, detto nuovo contributo viene accreditato direttamente dall’Agenzia delle entrate sul conto corrente bancario o postale sul quale è stato corrisposto il precedente ristoro. Ma viene o “verrebbe”? Attualmente infatti non si è messo in moto nulla perchè i tecnici del ministero e l’Agenzia delle Entrate erano al lavoro, è vero, ma ora è tutto fermo. Con l’erogazione dei contributi (riferito a chi ha avuto la fortuna di riceverli) siamo infatti fermi al 10 dicembre con riferimento alle misure, tutte, adottate prima del decreto Natale.
Giuliano Vendrame
Si Systems Trieste