Forse l’Agenzia Entrate ha fatto male i conti
Forse l’Agenzia Entrate ha fatto male i conti
Che confusione sembra esserci sulla compliance sul Pos. Le comunicazioni dell’agenzia delle entrate recapitate in questi giorni agli esercenti con i presunti incassi Pos non dichiarati per l’anno 2022 presentano errori macroscopici con transazioni POS duplicate o addirittura triplicate rispetto a quelle effettivamente realizzate dai contribuenti. Questo emerge da una serie di segnalazioni giunte a ItaliaOggi.
Attualmente non è chiaro se l’errore derivi dall’inesatta trasmissione dei dati delle transazioni da parte degli intermediari finanziari o se sia invece imputabile alla gestione delle informazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate. Ma è indiscutibile che parte lesa siano i contribuenti chiamati a sostenere anche i costi professionali per la gestione delle comunicazioni.
La modalità scelta di spacchettare mensilmente le operazioni e le relative segnalazioni di inconguenze rende infatti difficili le verifiche anche in assenza di errori da parte da parte dell’amministrazione finanziaria soprattutto nei casi di compliance riferite a contribuenti in contabilità semplificata che non hanno l’obbligo di contabilizzare incassi e pagamenti.
Con la duplicazione/triplicazione delle transazioni i controlli già difficili diventano quasi infernali.
Le lettere di compliance trasmesse dall’AE risultano corredate di uno specifico allegato. Questo però non viene inviato ma bisogna andare sul sito dell’AE, entrare nel cassetto fiscale del contribuenti e scaricarsi il file in pdf che contiene il dettaglio delle transazioni spacchettate per singolo mese per i quali l’amministrazione rileva il presunto scostamento.
Dall’analisi di tale allegato sono emerse le citate criticità dai contribuenti e dai professionisti ovvero incassi pago-bancomat duplicati o addirittura triplicati rispetto a quelli effettivamente di competenza degli interessati.
Sono stati segnalati anche casi con transazioni realmente effettuate all’interno di una mensilità, ma indicate dall’agenzia delle entrate duplicate nei primi quindici giorni del mese e triplicate nei secondi quindici.
Attualmente non è possibile stabilire quale sia stato il problema che ha generato poi l’errore (la duplicazione o triplicazione) se inesatti invii degli intermediari finanziari obbligati alla trasmissione di tutte le transazioni Pos oppure l’agenzia delle entrate in fase di predisposizione delle compliance.
Va ricordato infatti che le comunicazioni in commento sono generate grazie all’incrocio dei dati delle fatture elettroniche e scontrini telematici emessi con quelli inviati dagli operatori finanziari che hanno l’obbligo di trasmettere all’AE i dati identificativi degli strumenti di pagamento elettronico messi a disposizione degli esercenti, nonché l’importo complessivo delle transazioni giornaliere effettuate mediante gli stessi strumenti.
L’unica certezza per ora attribuibile alle lettere è il disagio arrecato ai contribuenti che devono sostenere i costi per la complessa verifica delle incongruenze segnalate.
In molti casi, soprattutto quelli riferiti alle imprese che operano in contabilità ordinaria, senza quindi la necessità di contabilizzazione di incassi e pagamenti, la verifica dei dati risulta complessa anche senza gli errori dell’amministrazione finanziaria dovendo i contribuenti (ed i consulenti) operare a ritroso con estratti conto e resoconti delle transazioni Pos alla mano.
Giuliano Vendrame
11/10/2023
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Tags: agenzia delle entrate, corrispettivi, POS