Evviva il Recovery Fund… o forse no?
Evviva il Recovery Fund… o forse no?
Dall’Europa dovrebbero arrivare, attraverso il piano Next Generation EU, poco meno di 82 miliardi di euro di sussidi. Cosa ci chiedono in cambio? La riduzione del costo del lavoro e la riforma dei valori catastali. Se la prima si può comprendere ed è facilmente digeribile (purchè il minor carico sulle imprese non significhi minori tutele per i lavoratori), la seconda può sollevare forti malumori, sempre che venga comunicata per quella che è: ossia una (poco e male) celata tassa sul patrimonio.
La Camera dei Deputati, nella Documentazione di finanza pubblica n. 17 prodromica all’elaborazione del PNRR – Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza, afferma che è l’Europa a chiederlo (ci crediamo?). Chiunque sia, se questo sarà attuato, i proprietari di immobili si vedranno modifcare i valori catastali. Non credo che la modifica assumerà valori inferiori agli attuali, anzi, ci sarà una rivalutazione degli stessi con le ripercussioni che seguono.
Cosa porterà quindi il Recovery Fund? Che in fase di acquisto di immobili, il valore dichiarato dal notaio e su cui si pagano le tasse in fase di compravendita sarà maggiore ed in percentuale aumenterà la tassazione. Per coloro che sono proprietari di immobili – non prima casa – l’IMU aumenterà.
L’esenzione prima casa non viene toccata, almeno per ora.
Chi mi segue ricorderà che accennai già questo discorso della patrimoniale, annunciando una ipotesi di tassazione per attingere denaro al fine di rientrare dal prestito. Vedi l’articolo “strozzini e schiavi”: https://www.sisystemsconsulenze.it/news/strozzini-e-schiavi.html
Giuliano Vendrame
Si Systems Trieste
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Tags: europa, recovery fund