
Extraprofitti: nessuna tassazione, anzi, un regalino UE
Extraprofitti: nessuna tassazione, anzi, un regalino UE
Della tassa sugli extraprofitti non solo non se ne sente più parlare, anzi a forza di ridurre la tassazione e di diluire il tempo che funge da base di calcolo si corre il rischio che la tassazione sarà una elemosina…. Ma c’è di più. Loro (come fai a chiedermi: loro chi? Non lo hai ancora capito?) stanno andando in direzione contraria. Cioè? Le banche francesi e tedesche riceveranno qualche miliardino di euro, una decina circa, come regalo della UE, grazie all’aumento del tasso di interesse. Qualcuno se n’è accorto e ha reso pubblico l’episodio, che altrimenti sarebbe passato in silenzio, visto che le banche centrali non devono rendere conto a nessuno. Cerchiamo di capire perchè la UE regalerà questi soldi.
Le banche della zona euro sono tenute a mantenere una riserva obbligatoria, ossia soldi depositati presso la Bce, per ragioni di sicurezza e come strumento di politica monetaria. Si tratta, nel complesso, di circa 160 miliardi di euro. Le riserve che eccedono quella obbligatoria possono essere comunque depositate presso la Bce. Qui le dimensioni lievitano, si parla di oltre 4mila miliardi di euro, quasi esclusivamente di banche francesi e tedesche.
Se non ricordo male dal mese di luglio 2023 il tasso di interesse sulle riserve obbligatorie è pari allo 0%. Quindi non dovrebbero essere più erogati gli interessi. Mentre sulle altre riserve (eccedenze) la BCE erogherà ancora gli interessi. Però sulle riserve in eccedenza, gli interessi saranno pagati non più al 3,75% ma al 4%. Quindi uno 0,25% in più. Se lo applichiamo a 4 mila miliardi, questo aumento dello 0,25%, significa esattamente 10 miliardi di euro in più che la Bce pagherà alle banche. Poverine…
Ma la Bce avrebbe avuto un modo semplice per “neutralizzare” gli effetti del nuovo aumento dei tassi, aumentando la quota di riserva obbligatoria, ossia quello che le banche sono tenute a mantenere depositato senza ricevere interessi. Avrebbero potuto portarla dall’1% al 2,5%. Sarebbe bastata questa mossa per pareggiare l’aumento dei tassi. In buona sostanza non ci sarebbero stati regali né ai francesi né ai tedeschi. Si tratta di un incremento di poco rilievo, tale da non avere impatti significativi sulle condizioni creditizie. Non lo avrebbe neppure per le banche italiane che pure sono un po’ più “tirate” sulle somme depositate ma che stanno incassando molto dal fatto di non aver trasferito ai loro depositanti quasi nulla dei recenti incrementi dei tassi. Un’altra possibilità di cui si parla è quella di abbassare al 95% la quota delle riserve in eccesso che vengono remunerate con interessi. Ma, stranamente, per ora la Bce non ci sente da questo orecchio.
Giuliano Vendrame
21/09/2023
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Tags: BCE, confindustria, extraprofitti banche, unione europea