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Fisco, quanti errori…

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Fisco, quanti errori…

Circa il 12% degli accertamenti fiscali (ai fini IVA ed ai fini delle imposte sui redditi) è stato annullato in autotutela oppure ha dato esito negativo. Male anche per quanto riguarda gli avvisi bonari. Da poco meno del 2% (media degli anni 2020 e 2021) al 6% del 2022. Tre volte tanto. Lo dice la Corte dei Conti nella relazione sul rendiconto generale dello Stato 2022, il documento è stato pubblicato in data 28 giugno.

È diminuita anche la capacità di recupero a fronte dei controlli documentali ai sensi dell’articolo 36-ter del dpr 600/1973. Sono state emesse poco più di 586.000 comunicazioni. Però solamente il 30% circa ha portato degli incassi, e non sempre quelli richiesti in prima battuta. Questi dati coinvolgono l’anno di imposta 2019, quindi pre-pandemia.

Questi numeri dovrebbero far riflettere chiunque. Come mai si emettono con tanta facilità delle richieste che poi non vengono soddisfatte, dovendo ridurre o addirittura annullare le pretese del fisco? Troppa superficialità nella fase di verifica? Poca capacità di vedere cosa accadrà in un successivo “dialogo” tra Agenzia e contribuente? Necessità di mettere in bilancio poste “incerte” per abbellirlo? Voglia di “premi” tarati sul richiesto e non sull’incassato? Ma poi perchè premi? E soprattutto: perchè premi.

Ma stai tranquillo. Tutto ciò sarà superato. Attendi solo l’arrivo della IA (intelligenza artificiale). Quella sì che non sbaglierà più un colpo.

Un momento, ma qualcuno dovrà pure inserire dei dati per i controlli e dei parametri su cui valutare gli eventuali errori. E chi lo farà? Gli stessi che ora agiscono con faciloneria? Non credo, ci sarà senz’altro un affinamento delle armi ed un perfezionamento della macchina della riscossione.

Inoltra la Corte dei Conti, in merito agli accertamenti, dice che, quanto emerso, rileva la necessità di una approfondita riflessione sulle cause del fenomeno al fine di coniugare, per quanto possibile, l’uso efficiente delle potenzialità accertative, anche su posizioni marginali e di modesta o nulla proficuità, con gli obiettivi di deterrenza e prevenzione.

Per quanto riguarda gli avvisi bonari invece, l’incremento degli annullamenti a seguito di istanza in autotutela dei contribuenti è indice di una criticità nelle procedure di controllo automatizzato. Automatizzato? E chi ha inserito i parametri affinchè il controllo automatizzato indichi delle irregolarità o meno? E con l’IA, chi lo farà? Sempre gli stessi?

A supporto di quanto indicato dalla Corte dei Conti vi è anche il dato pubblicato del numero di comunicazioni di irregolarità annullate o rettificate tramite i canali di assistenza (civis, call center e uffici territoriali).

Sebbene vi sia un forte incremento del numero delle comunicazioni emesse nel 2022 si è raggiunto il numero record di quasi un milione di avvisi annullati o parzialmente rettificati (994.698 per la precisione) rispetto alla media di circa mezzo milione di atti l’anno, anch’esso sintomo, come messo nero su bianco nel documento in commento, delle persistenti criticità generate dalla complessità del sistema normativo di riferimento.

Ci sono altri due importanti indicazioni. Vengono forniti come dati. Il primo è l’annullamento degli avvisi bonari di cui ho parlato all’inizio. Qui la Corte si sbilancia segnalando come un sintomo di criticità nelle procedure di controllo automatizzato (!).

Il secondo che però non viene commentato dalla Corte. Parlo del numero di comunicazioni iscritte a ruolo cioè quegli atti che non vengono pagati dai contribuenti e che passano nelle mani del riscossore (ADER). Infatti, nel 2022, sono state iscritte a ruolo circa 4.200.000 comunicazioni ma ne sono state incassate solo 1.600.000. Quindi molti di questi atti hanno avuto esito negativo ed hanno solo contribuito a generare un aumento del “magazzino” delle cartelle esattoriali.

Unico dato (numerico) confortante è l’introito in euro che è stato generato nel 2022: circa 3 miliardi di euro in più rispetto al 2020 e al 2021. Ma sinceramente non c’è molto da rallegrarsi perchè la proporzione tra la mole di lavoro ed i relativi atti emessi da un lato e l’incasso effettivo dall’altro pende in modo svaforevole alle casse dello Stato. Tanto fumo e poco arrosto, diceva mia nonna.

Giuliano Vendrame
10/07/2023

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