Il magazzino della Riscossione aumenta sempre di più
Il magazzino della Riscossione aumenta sempre di più
La Corte dei Conti, report del 28 giugno scorso, evidenzia che abbiamo un magazzino (malato lo aggiungo io) con molti debiti ed è in continua crescita. Cosa vuol dire? Che l’Agenzia delle Entrate e delle Riscossioni (ADER) ha emesso molte cartelle (con pretese corrette o meno, ora questo non ha importanza) e sono lì che attendono di essere riscosse. Lo saranno mai? Dubito che si vedrà mai una diminuzione. Oltretutto, più sono vecchie le cartelle e meno sarà facile esigerle.
Negli ultimi cinque anni l’entità complessiva dei carichi a ruolo affidati all’ADER è cresciuto di quasi 400 miliardi di euro, passando dai 1.284 miliardi del 31 dicembre 2018 ai 1.676 miliardi del 31 dicembre 2022.
Il carico contabile residuo dei ruoli affidati dai diversi enti creditori, prima a Equitalia e poi all’ADER, nel periodo che va dal 1° gennaio 2000 – 31 dicembre 2022, ammonta a circa 1.153 miliardi di euro.
Il fatto che tale importo che costituisce il cosiddetto “magazzino” della riscossione continui a crescere, è il chiaro segnale di un sistema che non funziona più come dovrebbe.
L’entità del riscosso annuale e degli sgravi effettuati non riesce infatti a contenere il flusso dei carichi affidati annualmente alla riscossione, finendo per far “invecchiare” i crediti che, inevitabilmente, diventano sempre meno esigibili.
Dei 1.153 miliardi che costituiscono il carico residuo al 31 dicembre 2022, poco meno della metà ovvero 515 miliardi, sono classificati nella voce “azioni cautelari/esecutive tentate senza riscossione” che comprende quote di carico residuo, al netto di quanto oggetto di provvedimenti di sospensione e/o provvedimenti di rateazione, intestate a soggetti (non ricompresi nelle categorie dei soggetti falliti o dei soggetti deceduti/ditte cessate) sui quali è stata svolta, senza alcun successo, almeno una azione cautelare o esecutiva.
Poi ci sono i crediti vantati da Ader nei confronti di soggetti in procedura concorsuale, deceduti o cessati e con anagrafe tributaria negativa – i così detti nullatenenti – rappresentano invece, complessivamente, altri 460 miliardi di euro.
Alla luce di tali considerazioni appare evidente che l’entità dei crediti che, almeno potenzialmente, possono essere riscossi si riduce notevolmente.
La relazione della Corte dei conti, che si appoggia sui dati di ADER, individua nel “magazzino residuo lordo” il valore del carico residuo (non sospeso né rateizzato), riferito a contribuenti non rientranti nelle precedenti voci, sul quale non è stata ancora avviata alcuna azione di riscossione. Tale voce al 31 dicembre scorso ammonta soltanto a 114,2 miliardi di euro, rispetto agli iniziali 1.676 affidati alla riscossione.
I fattori ostativi alla riscuotibilità dei carichi a ruolo, sono molteplici. Alcuni di questi sono oggettivi e dipendono, in buona parte, anche delle misure previste dalla legge a garanzia dei debitori. Fra questi nella relazione sono evidenziati, fra gli altri, la soglia minima per l’iscrizione ipotecaria, l’impignorabilità della prima casa, i limiti di pignorabilità dei beni strumentali, limitazione alla pignorabilità di stipendi, salari e delle indennità relative al rapporto di lavoro e di impiego.
Al di là di questi fattori di natura oggettiva e regolamentare, restano comunque evidenti le difficoltà del sistema riscossione per il quale appare urgente un deciso cambio di passo.
Giuliano Vendrame
13/07/2023
PER CONTATTI compilate l’apposito form
Seguici su Facebook
Tags: agenzia delle entrate, agenzia delle entrate riscossione, cartelle esattoriali