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ISA? Non ci siamo…

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ISA? Non ci siamo…

Calcoli degli indici di affidabilità fiscale (Isa) dei contribuenti ancora in alto mare. L’Agenzia delle Entrate, ancora venerdì scorso, stava elaborando nuovi upgrade, per effetto di numerose segnalazioni di incoerenza. Ne consegue che le software house sono in attesa di ricevere queste modifiche, e quindi il software, già rilasciato ed aggiornato più volte, ancora non è quello definitivo.

Gli indici sintetici di affidabilità dovevano essere introdotti nel periodo d’imposta 2017; naturalmente venne rinviata al periodo d’imposta 2018, con contestuale soppressione degli strumenti di valutazione dei componenti positivi di reddito (studi di settore e parametri).

Ad oggi, in buona sostanza, la situazione non risulta ancora a regime. Stante quanto detto in precedenza sulle diverse segnalazioni di incoerenza e sulle errate segnalazioni sui quadri compilati. Contribuenti in precedenza mai congrui e coerenti, oggi si trovano in situazioni migliori. Come nel caso della società immobiliare, con beni rivalutati, che oggi ottiene un voto prossimo al «9», ancora insufficiente per applicare l’automatica esclusione dalla disciplina. Nettamente migliore invece, rispetto ai periodi d’imposta precedenti nei quali i risultati da studi comportavano adeguamenti esorbitanti. O nel caso del professionista, con fatturati cospicui e redditi ben superiori alla media della propria categoria, ma che non arriva, nella pagella elaborata fino ad oggi, e probabilmente per effetto anche di dette anomalie, al punteggio di «4», quindi gravemente insufficiente.

Riguardo ai file messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate si rileva che:

  • i redditi indicati nei file «XML» si riferiscono a ben sette periodi d’imposta precedenti, quindi ben oltre il termine di decadenza dell’azione accertatrice,
  • le Certificazioni uniche (Cu) emesse dai sostituti costituiscono una variabile presente in numerosi indicatori, dovendo tenere conto che le stesse possono essere modificate e/o integrate sino al prossimo mese di ottobre,
  • per alcuni Isa i dati indicati nelle Cu sono stati utilizzati dalle Entrate anche per la verifica degli incarichi ottenuti, nella consapevolezza che le dette certificazioni rilevano soltanto i compensi erogati
  • infine, alcuni file si basano sui dati dei contratti di locazione inviati con il software «RLI».

Nella versione attualmente disponibile, peraltro, si segnalano, tra i numerosi, errori come quelli presenti nel caso in cui la denominazione espressa con caratteri speciali il calcolo viene eseguito ma il risultato, nella sezione «Riepilogo», non espone i valori elaborati o, ancora, anche in presenza di esenzione da Iva, in presenza di «ulteriori componenti positivi», il calcolo determina un ammontare di Iva comunque da versare o, addirittura, in presenza di alcuni codici Isa (AG61U) il calcolo invisibile non viene eseguito.

Con riferimento agli esiti dei calcoli finali, infine, i risultati, come in precedenza evidenziato, appaiono spesso incoerenti con i redditi dichiarati e spesso di difficile comprensione. Soprattutto quando a incidere sull’esito sono i costi residuali di gestione sugli altri costi, variabile che esegue il rapporto tra le due entità, con una sistematica riduzione dei voti ottenuti, priva di qualsiasi logica.

Pertanto, alla data di venerdì scorso, si è ancora in attesa delle indicate correzioni. Mentre è certo che stanno arrivando, e in numero cospicuo, denunce al Garante del contribuente in merito ai «problemi applicativi». Ma soprattutto ci si sta chiedendo i motivi per cui taluni contribuenti, con risultati estremamente positivi in un periodo di congiuntura come questo e in questa fase di nuova applicazione, ottengano voti bassi e, di conseguenza, non soltanto non potranno accedere ai benefici premiali previsti dalla norma ma saranno sicuramente inseriti nelle liste selettive di controllo.

 

Per saperne di più, contattaci attraverso l’apposito MODULO o chiamandoci allo 040 347 8315.

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