
Manovra economica per il 2023
Manovra economica: limite contante a 5.000 €
In 10 anni questo è l’ottavo intervento sul contante. Ma non perchè sia di una qualche utilità, di certo non è pericoloso in materia di evasione (si parla di combattere l’evasione ma non si fa nulla per fermare le grandi aziende che “delocalizzano” la sede legale in paradisi fiscali…) tanto che anche la Guardia di Finanza non si è detta preoccupata dall’innalzamento della soglia. Lo scorso febbraio il decreto Milleproroghe, complice un emendamento approvato in Parlamento dal centrodestra (Fratelli di Italia compreso), aveva “congelato” per un altro anno il limite a 2.000 euro, rinviando al 2023 l’abbassamento a 1.000 euro originariamente previsto dal Governo “Conte 2 la vendetta” per il 2022. Appena insediato l’Esecutivo Meloni è stata promessa la nuova sterzata, ratificata adesso nella legge di bilancio: dal 01.01.2023 il tetto salirà a 5.000 euro. L’innalzamento, fortemente contestato dalle opposizioni, era stato inizialmente inserito nel decreto aiuti quater e poi stralciato, per mancanza dei requisiti di necessità e urgenza. Ma la Lega aveva assicurato che la norma sarebbe entrata in manovra. E infatti così è stato.
Il presidente del consiglio ha già difeso pubblicamente la scelta di innalzare la soglia per i pagamenti cash giustificandola con la necessità di “parametrare il tetto del contante alla media europea”. In nove Paesi, secondo l’European Consumers Center, non ci sono limiti. Per gli altri si oscilla dalla soglia più alta in assoluto (15.000 euro) della Croazia a quella più severa (500 euro) della Grecia.
Piccoli pagamenti senza obbligo del POS
Sempre nella direzione di rendere più facile l’uso del contante c’è l’altra novità introdotta nella legge di bilancio: per le cifre inferiori a 30 euro, i commercianti non saranno più tenuti ad accettare i pagamenti con carte di credito e Bancomat e le multe verranno sospese. La norma prevede che il ministero delle Imprese e del Made in Italy decida entro 180 giorni, dunque entro giugno, “i criteri di esclusione, al fine di garantire la proporzionalità della sanzione e di assicurare l’economicità delle transazioni in rapporto ai costi delle stesse”.
POS e sanzioni sospese
L’art. 68 della manovra stabilisce che, nelle more della definizione dei criteri di esclusione, “sono sospesi i procedimenti e i termini per l’adozione delle sanzioni”. L’obbligo di Pos per esercenti e professionisti esiste sulla carta da dieci anni (fu introdotto dal decreto crescita del Governo Monti nel 2012) ma da allora nessun Esecutivo è mai riuscito a far decollare le multe per gli inadempienti. Durante l’era Draghi il traguardo era sembrato tagliato: il primo decreto Pnrr, approvato a dicembre 2021, aveva stabilito che le sanzioni sarebbero diventate operative dal 1° gennaio 2023, e il secondo decreto Pnrr, varato ad aprile, aveva addirittura anticipato la data al 30 giugno 2022. La sanzione avrebbe dovuto essere di 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione per la quale fosse stata rifiutata l’accettazione del pagamento. Nulla da fare, come non detto. Cambio del governo, cambio di direzione, ma questo è normale. Non c’è niente di nuovo…
Giuliano Vendrame
Si Systems Trieste
PER CONTATTI compilate l’apposito form
Seguici su Facebook
Tags: decreto aiuti quater, governo meloni, limite contante, manovra 2023, obbligo pos