Semplificazione fiscale

Semplificazione fiscale?

Semplificazione fiscale

Semplificazione fiscale? Ma smettetela di prenderci per il sedere!

La semplificazione fiscale è sempre stato un cavallo di battaglia che ogni partito ha sbandierato in ogni campagna elettorale da almeno 25 anni (vi ricordate il “famoso” modello 740?). Nonostante le tante promesse la direzione che ogni governo ha sempre preso, la direzione in cui si è andati è sempre stata opposta alle (sbandierate) intenzioni.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso si chiama ISA. Mi direte: ma ci parli ancora degli ISA? Sì, abbiate pazienza ma questo è l’ultimo dei tormenti con cui uno Stato despota tiranneggia i propri sudditi. Lo statuto dei contribuenti sembra che non esista, e comunque non per lo Stato e per il suo gabelliere, l’Agenzia delle Entrate. Non c’è reciprocità nella correttezza. Lo Stato la esige dai contribuenti, ma non la offre agli stessi, vessandoli nei modi e nei tempi. Ma questo non accadeva nei regimi dittatoriali? Noi siamo in democrazia… o no? Volete un esempio esplicitato dalla stessa Agenzia delle Entrate? Eccolo. Circolare dell’Agenzia delle Entrate 20/E, al punto 7.2.

Può verificarsi il caso che, ad un contribuente, l’ISA attribuisca un voto almeno pari a 8 facendo venire meno l’obbligo del visto di conformità per la compensazione di crediti d’imposta entro il limite di 20.000/50.000 euro. È stato chiesto al Fisco di chiarire cosa succederebbe se, dopo la compensazione senza apposizione del visto, per un qualsiasi motivo (errore, dichiarazione integrativa, lettera di compliance, accertamento, etc.) il voto attribuito scendesse sotto il valore di 8. Uso parole semplici per dire cosa ha risposto l’Agenzia. In caso di evento che modifichi “in peius” il voto originario, si potrà decadere dai benefici premiali e, nello specifico, l’utilizzo in compensazione di crediti in misura superiore a 5.000 euro senza che sia stato apposto sulla dichiarazione il prescritto visto di conformità sarà sanzionato come omesso versamento (30% del credito indebitamente utilizzato in compensazione).

Cosa accade se invece una successiva dichiarazione integrativa va a migliorare il risultato degli ISA? L’Agenzia afferma che non se ne potrà tenere conto ai fini del raggiungimento dei benefici premiali. Ecco la non reciprocità/correttezza, lo squilibrio del rapporto. All’Agenzia delle Entrate sarà consentito eseguire una rettifica postuma della dichiarazione dei redditi in chiave penalizzante, mentre al contribuente sarà inibita ogni modifica dichiarativa a proprio favore finalizzata al raggiungimento di benefici premiali.

Negli ultimi 5 anni sono stati introdotti più di 50 nuovi adempimenti. Questi sono stati, quasi tutti, scaricati sul groppone dei professionisti che lavorano in appalto gratuito per lo Stato, senza percepire alcun compenso da esso ma sentendosi gli (amari e comprensibili) sfoghi delle partite iva. I più famosi: 730 precompilato, reverse charge, split payment, fatturazione elettronica, spesometro trimestrale, Gdpr/Privacy, esterometro, trasmissione telematica dei corrispettivi, riforma della crisi d’impresa, processo tributario telematico ed ora gli ISA.

Ma lo Stato per combattere l’evasione complica le procedure? Nonostante ci siano strumenti informatici sempre più potenti, le cose vengono rese ancora più caotiche, complesse e nebulose. In effetti non sembra che la moltiplicazione dei dati di cui dispone l’Agenzia delle Entrate abbia ridotto il tasso di evasione, anzi ha invece aumentato il tasso di insoddisfazione ed insofferenza dei contribuenti e degli intermediari che non si capacitano del perché ogni anno si debba perdere sempre più tempo per gli “sgangherati ed incomprensibilmente illogici” adempimenti richiesti dell’amministrazione finanziaria. Le tasse pesano sempre di più, siamo ai limiti dell’esproprio…

In sintesi, quali conseguenze hanno avuto le manovre per la lotta all’evasione? Per risolvere i problemi del bilancio dello Stato, sempre famelicamente bisognoso, ogni anno i responsabili della politica fiscale inventano nuovi adempimenti, scaricati, ovviamente, sulle spalle dei soliti parafulmini. Ma non dovrebbe essere l’amministrazione pubblica al servizio del cittadino?

La realtà è che forse il sistema fiscale non sarà mai semplificato, reso semplice, e lo si può anche capire. Però dovrebbe essere reso equo. Questo credo che sia giusto pretenderlo.

Credo che i vari governi dovrebbero smettere di prenderci per i fondelli. Se sapete che non si può fare, non promettetelo. Se non sapete se si può fare o meno, fatevi assistere da chi lavora veramente ed ha la percezione di quello che accade nella vita vera. Fatevi assistere da chi fatica ogni giorno per portare a casa la pagnotta.

Quando non ci saranno più partite iva (le state uccidendo voi, con il peso fiscale – che sapete benissimo essere oltre il 60%), tutti i lavoratori dipendenti dove andranno a finire? Chi fornirà loro uno stipendio? Da chi andrete a chiedere le tasse?

Semplificazione fiscale? Rendete il rapporto tributario meno conflittuale, limitate gli adempimenti al numero necessario, eliminando i superflui e garantite equità, correttezza e tempi congrui e ragionevoli. Ricordatevi che una volta esisteva uno Statuto del contribuente. Ricordatevi anche che lo stipendio (e che stipendio) che portate a casa (con sicurezza ogni mese) lo avete grazie ai contribuenti.

Per saperne di più CONTATTACI QUI o CHIAMACI allo 040 347 8315.

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