Servizi pubblici locali, siamo sicuri si tratti di più concorrenza?
Servizi pubblici locali, siamo sicuri si tratti di più concorrenza?
I servizi pubblici locali si aprono alla concorrenza. Gli enti locali, se riterranno che il perseguimento dell’interesse pubblico debba essere assicurato affidando il servizio a un singolo operatore o a un numero limitato di operatori, dovranno necessariamente passare dalla procedura ad evidenza pubblica (gara) in caso di affidamenti a terzi.
Ma non ti sembra che si parli sempre della stessa cosa? Si deve fare un bando, una gara, per poter consentire a dei privati di ricevere l’incarico di espletare il servizio che dovrebbe essere pubblico. Invece di far funzionare (meglio) la cosa pubblica, magari investendo qualche soldo in più (invece che dargli a sostegno di nazioni che comprano armi, e non sicuro a scopo di pace) nella strutturazione del servizio stesso, pensiamo di affidare a privati sempre più servizi. Ma così facendo, cosa succederà mai? Non voglio pensare ad infiltrazioni di organizzazioni criminali, no, lungi da me. Non voglio pensare alla corsa al ribasso per aggiudicarsi la gara, con conseguente decadimento della qualità del servizio, no, non lo penso affatto. Non è mai successo, perchè dovrebbe accadere ora? Possiamo solo pensare al settore sanitario? Sempre meno personale medico ed infermieristico. Sempre più personale esterno, appaltato grazie a strutture di reclutamento personale che non immagino come verifichino i requisiti e le idoneità professionali. Per non parlare che il personale, in buona parte, è straniero e della lingua italiana forse non è proprio padrone. Oltretutto, essendo stranieri, non hanno nemmeno gli obblighi di vaccinazione che hanno invece gli italiani. Una promiscuità ed una babele di norme più o meno osservate ed osservabili che se la situazione non fosse tragica, sarebbe anche divertente. Ma questa situazione vale anche in tanti altri settori.
Cosa facciamo con i crediti fiscali?
Le cessioni dei crediti maturati per gli interventi edilizi a favore d’intermediari “qualificati” (banche, intermediari e assicurazioni) passano da due a tre. Sostegno, quindi, alle imprese in crisi di liquidità e che hanno realizzato interventi che fruiscono della detrazione maggiorata del 110% (superbonus) con in pancia crediti che non sono stati ancora sbloccati. Mi chiedo come sia possibile che siano ancora fermi? Perchè alle aziende non viene dato ciò che è previsto, nei tempi giusti. Perchè le aziende, per lavorare, devono andare in banca a chiedere denaro in prestito (che dovranno poi ripagare con gli interessi), quando potrebbero usare il loro, se solo lo Stato sbloccasse le “complicazioni” burocratiche? Non venirmi a dire che perchè devono essere eseguiti i controlli affinché non ci siano delle frodi perchè non ci credo. Il tempo per i controlli non può essere lungo mesi. E poi con tutti i controlli e le responsabilità che vengono richieste anche ai professionisti che devono asseverare le varie pratiche, possibile che siano tutti criminali o incapaci? E poi, tanto per finire in bellezza, ora il denaro preso in prestito lo si paga anche più caro, perchè la BCE ne ha aumentato il costo, alzando i tassi. Ma che strane coincidenze…
Ma perchè le imprese medio-piccole devono sempre soffrire? Possibile che a Roma, dove ci sono fior fiore di professionisti che lavorano con e per il governo, non riescono a vedere che queste stanno morendo? Perchè girano la testa dall’altra parte?
Giuliano Vendrame
Si Systems Trieste
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Tags: BCE, concorrenza, crediti fiscali, enti locali, servizi pubblici