UCRAINA – MES – PNRR
UCRAINA – MES – PNRR
Chi soffre non va lasciato da solo. Questo è sacrosanto! Stiamo aiutando l’Ucraina, sia inviando denaro sia inviando beni (merci e medicinali) sia con servizi (in loco o qui per coloro che se ne sono andati via dal loro Paese). Ma se facessimo un conto in euro per capire a quanto ammonta la somma che destiniamo per tale scopo, avremmo una cifra decisamente importante. Si parla di miliardi di euro.
Se è giusto aiutare chi ha bisogno, perché chi è in difficoltà non può essere lasciato in situazioni di sofferenza, mi chiedo: ma in Italia non è che abbiamo dei connazionali che stanno ugualmente soffrendo, anche se per ragioni differenti? Siamo sicuri che non ci sia qualcuno in Italia che non ha più una casa (perché un terremoto o una alluvione o un occupante abusivo gliene ha privato l’uso/esistenza)? Magari abbiamo dei connazionali che soffrono da molti anni, perché sono in queste condizioni “disagiate” e lo Stato non è intervenuto. Non hanno anch’essi (per essi intendo gli italiani) pari diritti come quelli delle persone che scappano da situazioni di guerra?
Se è giusto aiutare chi ha bisogno e soffre, perché il governo non ha stanziato somme importanti in egual misura per ucraini e italiani? Perché non ha agito a favore degli italiani con la stessa celerità (e generosità) con cui sta agendo per gli ucraini?
Quando riceveremo (tutti) i soldi del MES, PNRR, WXYZ, ecc., quanti ne riceveremo? Come dovremo restituirli? In quanto tempo ed a quali condizioni (variabili, perché chi ce li presta può decidere di cambiare le modalità in corsa, anche a contratto siglato) dovremo restituirli?
Mi chiedo: non è che l’ammontare dei soldi che l’Italia sta “regalando” all’Ucraina ha già raggiunto e superato i soldi che l’Italia riceverà dalla UE? Temo proprio di sì.
Ma allora l’Italia sta chiedendo un prestito per “donare” quei soldi all’Ucraina? Oltretutto sono soldi che l’Italia restituirà con condizioni capestro, se mai riuscirà a restituire. Ma devo fare un debito per regalare quanto ricevo? A me non sembra logico, né opportuno, né intelligente.
Questo senza nulla togliere alle sofferenze di chi è in difficoltà, di chi scappa da luoghi di guerra, di chi è senza un tetto. Ne faccio solo una questione di equità. Non si può agire in modo differente in situazioni simili. In Italia sembra che esistano (almeno) due metri e due misure. Purtroppo, dalla parte degli svantaggiati ci sono gli italiani.
Giuliano Vendrame
Si Systems Trieste
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